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Gli studi su differenti usi della canapa in medicina

Redazione Basilicatadiscover.com Da Redazione Basilicatadiscover.com
13 Aprile 2022
in Curiosità
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Gli studi su differenti usi della canapa in medicina
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Non è più questione di capire se la cannabis light o con moderato contenuto di THC possa essere usata in medicina o abbia effetti benefici sul corpo. Si tratta di capire quali sono i risultati delle ultime ricerche che sembrano promettenti, soprattutto con un dosaggio basso e con un mix tra sostanza psicotropa e sostanza non psicotropa che permette ai pazienti di non subire gli effetti collaterali della droga. A questo proposito è interessante l’articolo a questo link.

Il basso dosaggio è efficace?

Gli studi scientifici sull’uso della cannabis si sono concentrati su vari aspetti. Uno che emerge in particolare ha dimostrato che non servono grandi quantità di THC per avere effetti benefici per la salute. Secondo un rapporto del 2005 pubblicato sulla rivista Nature, la somministrazione orale di una bassa dose di THC (1 mg  al giorno) ha provocato una significativa inibizione della progressione della malattia in un modello animale di arteriosclerosi cardiaca. Si tratta di una quantità efficace inferiore alla dose solitamente associata agli effetti psicotropi del THC. La pratica del micro-dosaggio e dunque di quei prodotti più ricchi di CBD, sta guadagnando popolarità  in medicina.

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Gli effetti del CBD

Il cannabidiolo (o CBD) presente nella cannabis “light” non causa i classici effetti di alterazione come il THC. Anzi, gli studi scientifici più recenti dimostrano come il CBD possa diminuire o neutralizzare gli effetti di una alta concentrazione di  THC. In altre parole, oggi i pazienti che utilizzano la cannabis a scopo terapeutico hanno la possibilità di stare meglio senza sentirsi in uno stato alterato. Riassumendo, oggi il mercato offre la cannabis di tipo 1 (THC – dominante) – che presenta un alto tasso di THC e basso di CBD. E’ questa la cannabis vietata praticamente in tutta Europa e in molte parti del mondo, e permessa – almeno in Italia – solo dietro controllo e prescrizione medica per uso terapeutico, ma di difficile reperibilità. Esiste poi un tipo due ( THC e CBD), che presenta meno problemi legali ma ha pur sempre un contenuto di THC che la legge considera psicotropo e quindi è soggetta a numerose restrizioni. Il tipo 3 ( CBD -dominante), che presenta un alto di CBD , e un basso di THC che è quella legale. 

La terapia del basso dosaggio e dell’aumento graduale

Sulla rivista European Journal of Internal Medicine è stato pubblicato uno studio in cui i due autori forniscono linee guida per gli operatori sanitari e pazienti, per quanto riguarda la somministrazione con cautela  con cannabis con THC dominante in preparazioni medicinali. In particolare suggeriscono di iniziare con una singola inalazione e poi attendere una ventina di minuti: in questo modo viene fornito un rapido sollievo dal dolore acuto, ottenendo il controllo dei sintomi.  Introducendo piccole quantità di THC nel corpo umano e aumentando il dosaggio lentamente, si riduce al minimo il rischio di effetti collaterali negativi. L’obiettivo sarebbe quello di assumere una dose sufficiente di THC, in modo da ottenere effetti terapeutici significativi e una dose abbastanza piccola da minimizzare gli effetti collaterali negativi.

La coppia vincente

In realtà gli studi di medicina hanno dimostrato come l’interazione tra CBD e THC sia la coppia vincente delle terapie a base di cannabis. Entrambi i composti, infatti, hanno notevoli proprietà medicinali: il CBD può potenziare le proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche del THC, riducendo gli effetti collaterali indesiderati. Esiste un rapporto del 2010 pubblicato sul British Journal of Pharmacology che ha concluso come il CBD abbia aumentato alcuni effetti di una dose di THC inefficace portandola al livello di efficacia. La conclusione sembrerebbe quella che una piccola dose di CBD può amplificare l’impatto medicinale di una piccola quantità di THC, in modo che non sia necessario consumare una dose “inebriante” per provare i benefici terapeutici del THC.

La cannabis light in medicina

Come regola generale, la cannabis light non fa sentire una persona alterata ma per utilizzarne gli effetti benefici bisogna fare attenzione alla forma con cui si presenta. Una ricerca preclinica israeliana del 2015 indica che l’olio di cannabis ricco di CBD è efficace a dosi molto più basse rispetto ad un’altra forma di cannabis. In uno studio clinico del 2012, che ha coinvolto 39 pazienti schizofrenici in un ospedale tedesco, 800 mg di CBD puro si sono dimostrati efficaci quanto i trattamenti farmaceutici standard senza causare i duri effetti collaterali di questi ultimi. In sostanza, la canapa light è sicura e può essere usata in medicina, anche nelle forme in cui di solito si trova in vendita negli store online. Uno dei più aggiornati e professionali, con prodotti di alta qualità è Justbob.

 

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